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Sono finiti i tempi di quando era nota solo per essere una città fredda e industriale perché oggi Torino gode di nuovi fasti e splende in tutta la sua grande bellezza ed eleganza. Non a caso viene chiamata la piccola Parigi d’Italia: dotata di un fascino d’altri tempi ammalia e stupisce i visitatori con i suoi magnifici palazzi reali affacciati sulle piazze prestigiose, le chiese e i musei di fama internazionale, l’immensa collina verde che la domina dalle rive del fiume Po, i cortili nascosti e i mercati rionali, i caffè storici e il parco del Valentino, la Mole Antonelliana e le onnipresenti Alpi, quinta naturale del capoluogo piemontese.

Una Torino che non t’aspetti, ma seduce e si fa amare come la Ville Lumiere con quel suo modo discreto di essere e di non farsi notare troppo, con il suo centro storico raccolto e semplice da visitare a piedi, grazie all’antica pianta a scacchiera, alle molte zone pedonali e ai lunghi portici che la percorrono e la contraddistinguono.

Sono stati tanti e diversi gli artisti e architetti – Guarino Guarini o Filippo Juvarra per esempio – che lavorarono a servizio dei Savoia e svilupparono, nei secoli, l’architettura del capoluogo sabaudo, dal barocco al liberty. Torino ha in realtà un’antica origine romana, era chiamata Augusta Taurinorum, come testimonia la bellissima e massiccia Porta Palatina che oggi, insieme all’antico teatro, è parte dell’area del Parco Archeologico circostante, tutto open air.

UN GIRO IN CENTRO

Da queste vecchie mura, prima di spostarsi verso il centro vero e proprio, merita fare un giro in quello che viene chiamato il quadrilatero romano, una zona ricca di vecchie botteghe e stradine lastricate, trattorie e artigiani al lavoro dove vagare senza una meta e lasciarsi rapire da piazze medievali, come Piazza VI marzo, imbattersi in nobili dimore, come Palazzo Falletti di Barolo, e arrivare fino al sontuoso Santuario della Consolata dove potrete gustare, proprio di fronte alla chiesa, il famoso e unico Bicerin (caffè, cioccolato caldo fuso e crema di latte) nello storico Caffè Al Bicerin (Piazza della Consolata, 5). Entrare in questo piccolo locale dà l’impressione di fare un viaggio indietro nel tempo, nel 1793, anno in cui fu aperto, con i vecchi tavoli di marmo, i cucchiai d’argento e le candele e da cui sono passati molti personaggi importanti della storia. Si narra che quando Camillo Benso Conte di Cavour accompagnava i Savoia alla santa messa al Santuario della Consolata, si recasse al Bicerin per attenderne l’uscita al suo tavolino, oggi testimone di quei tempi passati.

Dopo questa golosa tappa non perdete l‘occasione di andare al mercato di Porta Palazzo, il più grande d’Europa all’aperto, dove potrete trovare prodotti alimentare locali e internazionali in un meraviglioso mix di colori, culture e profumi. A pochi passi da questo strepitante mercato c’è il Duomo di Torino, o Real Chiesa di San Lorenzo, famoso anche per avere all’interno la cappella che custodisce la Sacra Sindone, il telo di lino su cui è visibile un’immagine di un uomo che si pensa possa essere stato Gesù. Da qui si giunge facilmente al cuore della città, Piazza Castello, importante crocevia di vie ove si affacciano alcune tra le più importanti attrazioni di Torino: il Palazzo Reale, al centro della piazza, con i suoi giardini nel retro, il Teatro Regio, Palazzo Madama, sede del Senato Subalpino, e, ovviamente, il Duomo.

Tre dei quattro lati sono circondati dai portici che portano verso le maggiori vie dello shopping e direttrici torinesi: Via Po, Via Pietro Micca, Via Roma e Via Garibaldi. Come ogni crocevia che si rispetti Piazza Castello è anche il posto giusto per testare i migliori tramezzini della città perché qui ha sede Mulassano (Piazza Castello, 15) dove sono nati, piccolo caffè tutto stucchi, specchi e boiseries, poche sedie ma una gran varietà di gusti secondo tradizione: peperoni e acciughe; burro e acciughe; robiola, sedano e noci; vitello tonnato; tonno, uova e carciofini o gorgonzola e noci per citarne alcuni. A pochi metri c’è un altro locale storico, il Caffè Baratti & Milano (Piazza Castello, 27/29) uno dei  più antichi (1875) e prestigiosi di Torino, elegantissimo con i suoi specchi, i marmi, i bronzi, le dorature e gli stucchi dal ricco profilo architettonico e artistico, meta obbligata per un spuntino o un caffè con panna, come facevano le damine prima di andare a teatro la domenica pomeriggio.

Uscendo dalla Galleria San Federico vi troverete su Piazza Carignano, una delle piazze più storiche e più belle della città, su cui si affacciano vari edifici in stile barocco di cui ne è un esempio su tutti Palazzo Carignano, sede del Parlamento Subalpino e del primo Parlamento del Regno d’Italia (1861-1864) nonché sito Unesco delle Residenze Sabaude (insieme a Palazzo Reale e Palazzo Madama). Si perché non dobbiamo dimenticare che Torino fu la Prima Capitale d’Italia e questo edificio è un pregevole esempio di architettura barocca piemontese che oggi ospita l’interessate Museo del Risorgimento. Di fronte troviamo il Teatro Carignano e due noti locali torinesi: la storica Gelateria Pepino, dove fu inventato il mitico pinguino, il gelato alla crema su stecco, e il famoso Ristorante del Cambio, una stella Michelin. Quest’ultimo merita una visita, anche se i prezzi non sono proprio economici, perché racchiude in sé la storia della città ed è una vera e propria istituzione per i torinesi, da cui passarono grandi nomi quali lo scrittore Balzac, Nietzsche, Mozart, Casanova, Maria Callas e Audrey Hepburn e, naturalmente, Camillo Benso conte di Cavour, primo Presidente del Consiglio del Regno d’Italia, di cui si conserva il tavolo dove sedeva spesso e volentieri a mangiare (oggi sarebbe considerato un appassionato gourmet). Un vero e proprio salto nel tempo con i camerieri in livrea, le tavole splendidamente apparecchiate, i lampadari di cristallo e gli affreschi del 1875 che decorano la Sala Del Risorgimento sono solo alcune delle meraviglie di questo ristorante, senza tralasciare le altre sale decorate da artisti come Michelangelo Pistoletto, Pablo Bronstein o Arturo Herrera. La cucina è affidata alle giovani e abili mani dello chef stellato Matteo Baronetto, che ha saputo accontentare gli amanti della più classica cucina piemontese, rivisitata in chiave moderna, ma anche i più audaci con piatti più insoliti e ricercati. Per chi volesse anche solo prendere un drink c’è la sala, bellissima, al primo piano con vista su palazzo Carignano, o la Farmacia, di fianco, che propone delicata pasticceria dolce e salata, prêt-à-manger o da portar via.

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DA NON PERDERE

A pochi metri da questa piazza si trova il Museo Egizio, uno dei più importanti del mondo, con un grande numero di reperti, statue e oggetti splendidamente rinnovato nel 2015 e tappa obbligatoria per chiunque passi da Torino (spesso ci sono lunghe file fuori). Imperdibile. Da qui potrete proseguire in via Lagrange, nuovo polo pedonale dell’alta moda torinese e deliziare i palati con molte chicche torinesi: dalla celebre cioccolateria Guido Gobino e i suo celebri Tourinot o piccoli gianduiotti (per par condicio provate anche la cioccolateria di Guido Castagna in via Maria Vittoria: non ve ne pentirete) ai grissini rubatà e il pane di Perino Vesco (Via Cavour, 10), dalla pizza al padellino e la farinata dei Sette nani (Via Andrea Doria 5) agli hamburger di Mc Bun (Via Urbano Rattazzi 4) o piatto di pasta fresca al pastificio De Filippis (Via Lagrange, 39) o concedervi un momento di relax da Floris House (Via Cavour 16) tra un essenza, un tè caldo o un Vermouth.

Per un caffè con vista proseguite nel “salotto di Torino”, ovvero Piazza San Carlo dove potrete ammirare le due bellissime Chiese Gemelle di Torino in stile barocco dedicate a San Carlo Borromeo e a Santa Cristina. Tantissimi sono i caffè che danno sulla piazza tra cui il lo storico Caffè Torino dove non dimenticate di calpestare il Toro in bronzo sotto i portici perché calpestarne gli attributi porta fortuna!

Passeggiate su via Po, una delle principali vie di Torino che unisce Piazza Castello con Piazza Vittorio e arrivate fino alla Mole Antonelliana, simbolo della città. Prima di visitare il Museo Nazionale del Cinema di Torino al suo interno, unico nel suo genere e tra più importanti al mondo, prendete l’ascensore: dal “tempietto” della Mole, a 85 metri di altezza, si può godere di una bellissima vista panoramica sulla tutta la città!

Poco distante dalla Mole, l’avrete già notata dall’alto, c’è la piazza tra le più grandi in Europa, Piazza Vittorio Veneto, per lo più pedonale e con molti dehor all’aperto. Ampia a luminosa, offre scorci incantevoli sulla Mole, sui vecchi palazzi, sulle Alpi, sui portici e sulla collina dove si staglia la Chiesa della Gran Madre di Dio, una delle più belle ed importanti della città e legata a molte leggende che riguardano la magia bianca (si dice che tra le due statue poste all’esterno rappresentanti la Fede e la Religione sia sepolto il Sacro Graal…) e il Monte dei Cappuccini (per i più curiosi poco distante da qui c’è Villa Scott, nota come la villa del bambino urlante di Profondo Rosso). Prima di inerpicarvi per la collina, potete provare il Ristorante Monferrato, in Via Monferrato 6, un locale che propone cucina tradizionale piemontese da generazioni, con bagna caoda, agnolotti del plin, carrello dei bolliti e dei formaggi, trippa e finanziera.

Non tutti sanno che andando su per a strada verso la collina, si trova la bellissima Villa della Regina, una seicentesca villa torinese, con giardino all’italiana ad anfiteatro nel retro e un vigneto, Vigna della Regina, voluta e progettata dal principe Maurizio di Savoia all’inizio del Seicento, nei secoli abbandonata per poi essere recuperata tra il 2003 ed il 2006. Il lungo e complesso lavoro di reimpianto del Vigneto Reale di Torino è stato sin da subito affidato all’Azienda Balbiano, che ne ha curato ogni aspetto che è riuscita nel complesso intento di ridare vita alla Vigna della Regina. L’annata 2009 ha segnato la prima vendemmia ufficiale del “Vigna della Regina”: 40 quintali di uve sane e mature hanno dato origine alle prime storiche bottiglie del “Vigna della Regina” 2009.

Torino piena di luce dunque e non solo per le celebri Luci d’Artista, fiore all’occhiello della città e punto di riferimento del mondo dell’arte contemporanea, che ogni anno illuminano strade e piazze durante il periodo natalizio, esempio eclatante di come il capoluogo piemontese sia cambiato e abbia cominciato a ritrovare sempre più una sua identità culturale e sociale vivace e dinamica.

A cura della Redazione di Viaggiare con gustoSano – Turismo enogastronomico di qualità

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