soia edamame

Ancora in pochi conoscono la soia Edamame, prezioso legume che in realtà ha origini antiche e si consuma da secoli in Cina e Giappone, dove è particolarmente apprezzata per il gusto unico e le proprietà benefiche.

La differenza rispetto alle altre varietà si nota subito: la fava è allungata “a fagiolo” ed è di un colore verde brillante, per il particolare grado di maturazione. Infatti viene raccolta quando il baccello è ancora “in erba” e i fagioli verdissimi.

Soia edamame in cucina

Il gusto pieno e delicato (con un sentore di mandorla fresca e un retrogusto dolce), sa rendere vivace ogni piatto. È semplice da cucinare perché si può mangiare anche al naturale, senza perdersi in piatti troppo complicati. L’importante, per mantenere intatte le sue proprietà nutritive e la sua caratteristica croccantezza, è non cuocerla troppo a lungo.

Grazie alla sua versatilità, può essere utilizzata per arricchire qualsiasi ricetta, proprio come si fa con i piselli: saltata in padella, lessata, in insalata, in pentola e persino come dessert. Sì, avete letto bene: i Giapponesi la amano così tanto da utilizzarla nella preparazione dello “Zunda-Mochi”, un dolce a base di Edamame bollite accompagnate da una torta di riso.

La parola alla nutrizionista

“È un legume e pertanto appartiene a una categoria di alimenti che dovrebbe essere riscoperta e ampiamente utilizzata. Questo non solo per il suo contenuto di proteine che, se consumata insieme al pane o ad altri prodotti da forno, la rende un piatto completo dal punto di vista proteico, ma anche per la presenza di lipidi insaturi, di fibre, di buone quantità di vitamine e di minerali. Non dimentichiamo che è anche un’ottima fonte di ferro, un minerale spesso carente nella nostra dieta”, spiega la dottoressa Alessandra Bordoni, medico nutrizionista all’Università di Bologna. Senza contare che può anche avere effetti benefici su problemi legati al colesterolo: “Diversi componenti della soia Edamame possono contribuire alla regolazione dei livelli ematici del colesterolo: le fibre, gli acidi grassi polinsaturi e gli isoflavoni. Per stabilirne con certezza l’efficacia occorrono però studi scientifici”, chiarisce la dottoressa.

“Gli isoflavoni sono definiti fitoestrogeni, ossia ‘ormoni vegetali’. Numerose ricerche hanno dimostrato la loro efficacia nel contrastare problemi comuni a molte donne, quali i sintomi della sindrome pre-mestruale, della pre-menopausa e della menopausa, riducendo le vampate di calore e il rischio di osteoporosi”, conclude la Bordoni.