Il 98% delle mamme intervistate sa quanto è importante mangiare la frutta, ma come inserirla nell’alimentazione dei bambini? Parola d’ordine: equilibrio! A raccontarcelo è Dario Benedini – medico, nutrizionista e Presidente della Commissione Medica del C.A.I. Brescia.  

I primi 1000 giorni di vita (dal concepimento al 2° anno del bambino) sono il periodo di maggiore plasticità del corpo, quindi fondamentali per promuovere la salute futura di un individuo, soprattutto attraverso un’alimentazione adeguata. La frutta e la verdura contengono sostanze bioattive capaci di modulare il metabolismo dell’organismo contribuendo alla costruzione e al mantenimento del benessere psico-fisico. Le sostanze singolarmente o sinergicamente svolgono attività antiossidante, antiinfiammatoria, detossificante, antibatterica, antivirale, inoltre stimolano il sistema immunitario, modulano il metabolismo degli ormoni e hanno un ruolo antitumorale. Gli effetti esercitati dalle sostanze bioattive sull’organismo dipendono sia dall’azione diretta sia dalla favorevole modulazione esercitata sulla composizione quantitativa e qualitativa dei batteri intestinali (microbiota) e conseguentemente sulla loro funzione (microbioma).”

Come incoraggiare verso il mondo della frutta anche il più schizzinoso dei pargoli? A svelare i propri assi nella manica è Daniela Quaresmini – psicologa e curatrice, insieme a Benedini del progetto formativo “Cibo giusto con gusto”.

Se si associa il mangiare la frutta a un bel momento, divertente e piacevole, il bambino desidererà rivivere quella sensazione. Le fiabe inventate con i bambini possono sviluppare il desiderio di mangiare in compagnia del personaggio creato. Un esempio? Il Mago che prepara una merenda con un pizzico di fragole, un pizzico di mela e un pizzico di banana crea un piatto con super poteri.”

Anche le mamme sono d’accordo. Per il 55% la macedonia è infatti lo stratagemma più efficace per far mangiare la frutta ai loro bimbi. Ma non finisce qui. La dottoressa ricorda a tutti che è bene mangiare “in un’atmosfera tranquilla, a orari definiti e mai davanti alla televisione perché i bimbi, distratti dalle immagini, finiscono per mangiare più del dovuto. Buona norma è poi introdurre la frutta all’interno di piatti che il bimbo già conosce e apprezza.”

Il processo di familiarizzazione e accettazione di un alimento non è immediato. Ci vogliono tempo, costanza e assaggi ripetuti, fino a 15-20 volte nell’arco di 2-3 settimane, sperimentando diverse modalità di preparazione. – continua la psicologa – Il giorno successivo, si ritenterà di nuovo, magari con un frutto diverso, continuando a dare il giusto esempio e senza arrendersi di fronte ai rifiuti, senza però utilizzare il cibo come ricompensa o strumento di ricatto.

E poi diciamocelo, dobbiamo essere i primi a dare il buon esempio. L’accettazione di nuovi alimenti è più facile quando i bambini osservano gli adulti incoraggiarne il consumo con commenti entusiastici ed espressioni facciali di piacere (Wow, che bontà… chissà se il mago ha comprato questa mela per nuove ricette. Non ci si può aspettare che un bambino mangi la frutta se noi siamo i primi a non toccarla!)– conclude l’esperta. 

 

Vuoi ascoltare cosa è emerso dalla ricerca condotta dall’Osservatorio Melinda, i contributi degli esperti intervistati e qualche contenuto extra? È tutto raccontato sul nostro podcast: https://bit.ly/3aAMivS