Spesso i gusti alimentari dei bambini sono limitati e introdurre nuovi cibi nella loro alimentazione è difficile e i genitori perdono facilmente la pazienza. Qual è la ragione per cui si rifiutano categoricamente di mangiare qualcosa? La risposta, secondo la scienza, è nella genetica.
Il corredo genetico di un bambino può giocare un ruolo importante nell’influenzare neofobie alimentari o un atteggiamento schizzinoso nei confronti del cibo.
I ricercatori della University of North Carolina a Chapel Hill hanno studiato le abitudini alimentari di 66 coppie di gemelli di età compresa tra quattro e sette anni. I geni collegati alle neofobie alimentari hanno spiegato il 72% della riluttanza dei ragazzi nel provare nuovi cibi, mentre il resto è stato causato da fattori ambientali. Cosa ancora più interessante, alcuni studi precedenti condotti su bambini più grandi e su adulti hanno portato a risultati simili (78% tra 8 e 11 anni, e 68% negli adulti), suggerendo che i geni possano svolgere un ruolo importante nei gusti alimentari di persone di ogni età. Comunque, una ricerca ancora in corso condotta dallo specialista Myles Faith, sembra confermare che con pazienza e comprensione anche i palati più esigenti e geneticamente influenzati possono modificare nel tempo il loro comportamento.
“Gli operatori sanitari possono cominciare a capire le preferenze dei bambini parlando loro dei cibi e chiedendo se gli piacciono molto, abbastanza, poco, o per nulla”, dice Faith, aggiungendo che i genitori possono anche provare a introdurre nuovi alimenti nei pasti imparando a conoscere i gusti e le scelte dei loro figli. Un altro suggerimento è quello di condividere il pasto con loro sin da molto piccoli, non facendoli mangiare da soli ma a tavola con la famiglia. Questo può stimolare la loro curiosità e spingerli a provare alimenti diversi, all’inizio per imitare i più grandi e poi per il gusto di mangiare cibi che piacciono anche a loro.