frutta secca

Numerose ricerche mediche hanno dimostrato che mangiare frutta secca riduce il rischio di diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari. Ma le noci davvero allungano la vita? I dati più recenti ne confermano i benefici di un consumo regolare quotidiano e sfatano anche il mito della frutta secca che fa ingrassare.

Frutta secca: 30-50 g al giorno per proteggere l’organismo

I ricercatori della Harvard Universitiy, del Dana Farber Cancer Institute e del Brigham and Women’s Hospital hanno esaminato la connessione tra il mangiare frutta secca e la mortalità totale di 76 mila donne partecipanti allo Nurses’ Health Study e di 42 mila uomini partecipanti dello Health Professionals Follow-up Study e hanno scoperto che il consumo di noci e noccioline era inversamente proporzionale al tasso di mortalità di uomini e donne, anche dopo aver considerato altri fattori di rischio. Quanta frutta secca? Dai 30 ai 50 grammi al giorno sembra essere la quantità perfetta! Di che tipo? Qualunque! Provate mandorle, noci, pistacchi e arachidi, senza aggiunta di sale. Inoltre, molti dati pubblicati sul British Journal of Nutrition sottolineano l’importanza del consumo di frutta secca per abbassare i livelli di colesterolo cattivo e alzare quello buono.

Consumo regolare di frutta secca per perdere peso

Non dovete più preoccuparvi della convinzione comune che la frutta secca faccia ingrassare. Altri studi hanno dimostrato che le persone che consumano regolarmente la frutta secca in generale hanno un indice di massa corporea più basso di coloro che non ne mangiano. Secondo quanto riportato dall’INC – Internationa Nut & Dried Fruit, il consumo regolare di frutta secca è legato sì all’obesità, ma in quanto aiuta a tenere sotto controllo il peso e non il contrario. Chi mangia frutta secca è più magro e presenta un indice di massa corporea minore. Inoltre, uno studio dell’Harvard School of Public Health ha evidenziato, in uno studio del 2011 pubblicato sul New England Journal of Medicine, una diminuzione del peso significante legata a un aumento del consumo di frutta secca nei soggetti osservati.