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… ma non avete mai osato chiedere! Abbiamo esordito riprendendo il titolo di un famoso film di Woody Allen in cui si ironizza pesantemente sui luoghi comuni legati al sesso. Anche sulle esordienti bici elettriche i luoghi comuni si sprecano.

Per esempio c’è chi crede che abbia l’acceleratore e basti schiacciare un bottone per farla partire, o chi è convinto che pedalando la batteria si ricarica da sola. Purtroppo o per fortuna non è così… quindi, cominciamo dall’inizio.
Il primo nome originale della bici elettrica è stato “EPA” (Electric Pedal Assisted Cycle) ma in Europa è meglio conosciuta come “pedelec” (pedal electric cycle), mentre in Italia la si conosce come “bici a pedalata assistita” a più semplicemente come “e-Bike”.

Fondamentalmente è una bicicletta che oltre alla propulsione umana (muscolare) aggiunge quella del motore. In pratica, questo veicolo sta via via soppiantando l’uso dei motorini a differenza dei quali utilizza un motore elettrico che ovviamente non ha nessuna emissione inquinante durante il funzionamento. L’evoluzione della bicicletta elettrica parte addirittura all’inizio del ’900 negli Stati Uniti. Il suo scopo, allora come oggi, è quello di facilitare l’utilizzo della bicicletta, che non viene più vista unicamente come mezzo di trasporto ma anche e soprattutto come fonte di svago.

Quindi la pedelec è una bicicletta con un motore elettrico che si innesca solo pedalando. Un sensore misura quando si pedala passando le informazioni a un’unità di controllo; questo sensore è obbligatorio sulle pedelecs e serve affinché il motore intervenga come supporto realmente solo quando il ciclista è impegnato nella pedalata. Il motore si disconnette automaticamente al raggiungimento dei 25 km/h, in quanto questa è la velocità massima consentita dalla legge per i veicoli classificati come “biciclette”. Di conseguenza è permesso andare ovunque siano ammesse le biciclette: senza casco, targa, patente e bollino dell’assicurazione.

Questi veicoli ibridi (ibridi perché fondano due diverse modalità di propulsione) sono considerati per la forma e la concezione una tipologia a sé stante, pur senza allontanarsi dalla classica concezione di bicicletta. I progetti di giovani designer integrano abilmente i componenti elettrici: per esempio all’interno dei tubi del telaio. L’elettronica è diventata il punto centrale dell’idea del veicolo che deve creare una nuova mobilità: spesso non è più il veicolo al centro della riflessione formale bensì i singoli componenti come la batteria o il motore e il loro contenuto elettronico.

Nello sviluppo generale di biciclette elettriche leggere sorge una difficoltà: manca la standardizzazione dei componenti elettrici come motore, batterie, connessioni, comandi e display, perché ogni azienda utilizza il proprio sistema, mentre uno standard vincolante per veicoli elettrici leggeri renderebbe possibile la combinazione tra diversi sistemi e creerebbe la possibilità di personalizzare. L’obiettivo finale per tutti è “E-Mobilità”!

DIVERSE TIPOLOGIE DI E-BIKE

Il mercato offre diverse tipologie di e-Bike, nate per soddisfare le diverse esigenze del pubblico.

La e-City è concepita per la città, è un mezzo comodo e scattante. Monta sempre i parafanghi, le luci di posizione e spesso ha il portapacchi posteriore e/o un cestino anteriore. È la classica bici da utilizzare per muoversi agevolmente nel traffico cittadino e il motore costituisce un valido ausilio.

Le e-Trekking (o “bici da cicloturismo”) generalmente hanno le stesse caratteristiche delle City ma più strutturate, in quanto sono concepite per affrontare percorsi costituiti anche da strade sterrate o sentieri carrabili.

La e-MTB (o e-Mountainbike) è la classica bicicletta da montagna adatta per le escursioni su terreni molto accidentati. Quasi sempre è montata con una forcella anteriore che ammortizza gli scompensi del terreno. Talvolta monta anche un ammortizzatore posteriore. Per praticità non è dotata di parafanghi né di luci. Le sue ruote e i copertoni sono sempre di misure superiori alle altre bici.

Le e-Pieghevoli e le e-Cargo sono due varianti sul tema: l’una adatta a chi ha la necessità di caricare la bici nel bagagliaio di un’auto per utilizzarla in un secondo momento o non ha uno spazio sufficientemente grande per parcheggiare la bici, per esempio all’interno di un camper; l’altra sta diventando uno strumento di lavoro per chi deve muoversi agevolmente nel traffico cittadino e nei centri storici con traffico limitato per consegnare materiale, per esempio i fattorini o i ragazzi del recapito pizze a domicilio.

Il MOTORE

Il motore può essere: posteriore, centrale o anteriore. La questione del suo posizionamento ideale non trova una facile risposta anche perché le case produttrici hanno strutturato i veicoli in modo tale che la posizione del motore in ogni caso risulti perfettamente adeguata al veicolo stesso.

Motore sul mozzo della ruota posteriore
Offre una buona trazione e un’ottima aderenza. La controindicazione è che lo smontaggio e il rimontaggio della ruota posteriore richiedono una particolare attenzione per il cablaggio dei cavi di collegamento.

Motore centrale
Sfrutta la trasmissione centrale e di conseguenza è consigliato nelle bici da fuoristrada nelle quali è richiesta la massima agilità e manovrabilità. La controindicazione è che in questa posizione il motore è più esposto a urti e quindi deve essere maggiormente protetto con conseguente appesantimenti del mezzo.

Motore sul mozzo della ruota anteriore
Questa posizione è di più facile montaggio. La controindicazione è che in salita con manto stradale sconnesso e scivoloso si può verificare qualche difficoltà di trazione, in pratica la ruota perdendo aderenza compie dei giri a vuoto perché non è sufficientemente appesantita.

LE BATTERIE

Le batterie a ioni di litio sono tra le più moderne e comuni per le e-Bike. Grazie alla loro elevata densità energetica sono in grado di accumulare più energia con un peso relativamente più ridotto. Il peso varia da circa 2,5 kg a 4 kg.
Le batterie agli ioni di litio non sono solo leggere, ma garantiscono una maggiore durata e sono concepite per durare per molti viaggi, chilometri e anni di esercizio. Con una ricarica è possibile percorrere su un terreno mediamente ondulato da 40 sino a 100 km. Il tempo di ricarica della batteria varia in funzione della sua potenza e può durare sa 1 ora sino a 3 ore. Nel caso la batteria venga lasciata staccata per un periodo di tempo lungo è consigliato lasciarla carica per circa un 30%. Il costo di energia elettrica per una ricarica, solitamente, è inferiore all’euro. Un tema importante è poi quello dello smaltimento delle batterie esauste, che ovviamente vanno riconsegnate a un rivenditore o negoziante che attraverso una precisa modalità di consegna ne garantisce sia lo smaltimento che il recupero di alcuni preziosi componenti che saranno inseriti nuovamente nel circuito delle materie prime.

La posizione della batteria può essere:
Esterna sul tubo obliquo: è la più diffusa anche perché offre una discreta agilità. Può anche essere davanti al tubo con un ulteriore vantaggio per la stabilità.
Integrata: è invece inserita direttamente all’interno del tubo obliquo con un guadagno per l’estetica.
Esterna al piantone: che è il tubo su cui si inserisce la sella. Offre un maggiore rapporto di equilibrio ma richiede un maggiore spazio per il collocamento. Se viene inserita all’interno del tubo piantone solitamente ha minore capacità a causa del minor spazio disponibile.
Nel portapacchi posteriore: viene utilizzata spesso sui telai da donna per la salita e discesa dal mezzo. Il peso, spostato sul retrotreno della bici non dà nessun problema per le e-City e le e-Trekking mentre è sconsigliato per le e-MTB.
Sottosella: solitamente è più leggera e di piccole dimensioni, di conseguenza avrà una minore autonomia. Questa è la posizione tipica nelle bici pieghevoli.

L’ELETTRONICA

I comandi posizionati sul manubrio sono il cuore elettronico delle e-Bike, nella maggior parte dei casi sono intuitivi e di facile gestione. La loro funzione è quella di permettere al ciclista di scegliere la potenza del motore in funzione del percorso da affrontare, tutto questo senza distogliere le mani e l’attenzione mentale durante la pedalata. Per prevenire furti il display è quasi sempre rimovibile.

Sul dispositivo elettronico sono poi visibili: il consumo e il residuo di energia della batteria con relativa possibilità di percorrenza in chilometri. Ultimamente alcune case produttrici danno la possibilità di collegare tutti i sensori di controllo delle e-Bike, in remoto, agli smartphone con collegamenti Bluetooth.

A cura della Redazione di Viaggiare in Bicicletta con gustoSano – Turismo ciclogastronomico

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